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Festival del Giornalismo Culturale
Il titolo della 9a edizione del Festival è: Divina Cultura. La lingua e la sua difesa, da Dante agli ipersocial. Fatta l’Italia, bisognava fare l’italiano. Il completamento del processo di unificazione linguistica della nazione si deve all’avvento della radio, e soprattutto della televisione.
Già Dante, nel De vulgari eloquentia, aveva progettato l’unificazione linguistica del paese partendo dal presupposto che tutti abbiamo bisogno di esprimerci in una lingua comune: un volgare ideale, illustre, cardinale, aulico e curiale. Un progetto di unificazione che in parte è rimasto incompleto perché i giornali, ma soprattutto la tv e i nuovi media hanno smesso di svolgere quel ruolo creativo e pedagogico che avevano ai loro esordi. La lingua della comunicazione si è impoverita al punto che difficilmente può aiutare a comprendere la complessità del mondo in cui viviamo.
Quell’eloquenza della quale tutti abbiamo bisogno per esprimerci in modo corretto e comprensibile, di cui parla Dante, non l’abbiamo raggiunta. Cosa può cercare di frenare un declino verso una lingua povera e volgare? Forse lo può e lo deve fare il giornalismo culturale, che ha il compito di diffondere e analizzare i temi più complessi del mondo in cui viviamo. E che può farlo con una lingua che illumini le cose di cui parla.
Il Festival del giornalismo culturale è un progetto nato nel 2013 da un’idea di Lella Mazzoli e Giorgio Zanchini, e giunto alla sua nona edizione con Piero Dorfles Presidente.
E’ il primo e unico festival in Italia a occuparsi di questo tema, attirando e coinvolgendo alcune delle più importanti firme del giornalismo, sia italiano che internazionale, invitate a dialogare con accademici, esperti del settore, professionisti, critici.
Il festival è organizzato dall’Istituto per la formazione al giornalismo e dall’Università di Urbino Carlo Bo.
Le giornate del festival ospitano lectio, dialoghi, interviste, spettacoli e concorsi.